Prevenzione della miosite ossificante

La prevenzione della miosite ossificante e delle gravi conseguenze sulla qualità della vita che ne conseguono è un obiettivo primario per l’ortopedico e il traumatologo.

La miosite ossificante è una ossificazione eterotopica ossia la formazione di osso in sostituzione di un tessuto in origine diverso, come il muscolo.

Cosa si intende per miosite ossificante ?

L’ossificazione eterotopica (chiamata anche miosite ossificante) è la formazione di osso extra-scheletrico nei muscoli e di altri tessuti molli.

L’ossificazione eterotopica è un processo di riparazione dei tessuti a seguito di una lesione ma evoluta in senso patologico ed è una complicanza comune della chirurgia e delle lesioni traumatiche.

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Miosite ossificante come appare in una radiografia

Le strategie mediche messe in campo per prevenire e trattare questa patologia, come le Onde d’Urto, purtroppo sono tuttora insufficienti a risolvere del tutto il problema.

I rimedi estremi sono spesso la chirurgia e la radioterapia.

I sintomi della miosite ossificante

La calcificazione o l’ossificazione dei tessuti molli dopo una lesione può causare una significativa morbilità del paziente, tra cui dolore e disfunzione articolare.

Questo può portare alla perdita della normale funzione dell’ arto colpito e, di conseguenza, alla capacità del paziente di svolgere le attività della vita quotidiana.

La calcificazione dei tessuti molli comprende due forme istopatologicamente distinte: la calcificazione distrofica e l’ossificazione eterotopica.

Mentre la calcificazione distrofica è definita come depositi amorfi di fosfato di calcio nei tessuti molli danneggiati, l’ossificazione eterotopica è la formazione di tessuto osseo maturo e mineralizzato.

Sebbene l’istopatologia della calcificazione distrofica e dell’ossificazione eterotopica sia ben descritta, i meccanismi molecolari che portano al loro sviluppo e risoluzione rimangono ancora sconosciuti.

Le cause della ossificazione muscolare

La calcificazione dei tessuti molli, compresa la calcificazione distrofica e l’ossificazione eterotopica, può verificarsi in seguito a una lesione traumatica o chirurgica.

Queste lesioni possono avere un destino variabile e imprevedibile in quanto possono venire riassorbite o persistere permanentemente.

La calcificazione persistente dei tessuti molli può provocare infiammazione cronica e modifica delle funzione normali di tali tessuti molli.

I meccanismi molecolari che provocano lo sviluppo e la maturazione delle calcificazioni sono sconosciuti.

Di conseguenza, le terapie dirette che prevengono o riassorbono le calcificazioni dei tessuti molli rimangono in gran parte infruttuose.

Istologia della miosite ossificante

L’aspetto istopatologico dell’ossificazione eterotopica evolve nel tempo.

Le lesioni precoci dimostrano una proliferazione ipercellulare di cellule fusiformi, spesso con poca matrice ossea.

Le aree fusiformi presentano spesso caratteristiche di fascite nodulare con un numero elevato di figure mitotiche normali, cellule giganti multinucleate sparse ed eritrociti migrati dai vasi.

Man mano che si struttura l’ossificazione si riscontra osso appena formato con un rivestimento osteoblastico massivo.

Inoltre si possono riscontare raramente aree cartilaginee e di ossificazione endocondrale, di solito con aspetto focale.

Le lesioni più mature mostrano trabecole ispessite dell’osso lamellare con bordi osteoblastici meno prominenti.

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Area di ossificazione nel contesto muscolare

Verso la fine dell’evoluzione dell’ossificazione, le lesioni sviluppano un aspetto simile all’osso compatto.

Quali sono le sedi più frequenti di ossificazione muscolare?

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Ossificazione del quadricipite come appare alla R M N

Una delle sedi più comuni di miosite ossificante è il quadricipite per l’alta frequenza di traumi sportivi, seguita dai muscoli flessori dell’avambraccio e dagli adduttori.

Fortunatamente la maggior parte delle lesioni muscolari guarisce in modo conservativo.

Il trattamento deve seguire i principi generali della cura delle lesioni muscolari, facendo attenzione a rispettare i tempi biologici del processo di guarigione.

Questo può essere approssimativamente suddiviso in tre fasi:

(1) degenerazione delle fibre muscolari, fase infiammatoria ( della durata di 1-3 giorni)

(2) rigenerazione delle fibre muscolari ( che richiede solitamente 3-4 settimane) ed è in questa fase che possono iniziare a formarsi i primi nuclei di calcificazione

(3) maturazione e rafforzamento delle fibre muscolari e fase di rimodellamento ( che può variare da 3 a 6 mesi).

Cura e prevenzione della miosite ossificante

Inizialmente il tradizionale approccio P R I C E (protezione, riposo, ghiaccio, compressione ed elevazione) e il carico controllato del muscolo interessato aiuteranno a ridurre al minimo l’entità della lesione e le dimensioni dell’ematoma.

Dopo la fase acuta, si inizia lo stretching attivo e passivo senza provocare dolore con contrazioni isometriche ed eccentriche.

A questi seguono esercizi di tonificazione e rinforzo in palestra.

Quando i trattamenti in palestra vengono eseguiti senza problemi, gli allenamenti proseguono sul campo e con specificità maggiore per la specifica disciplina.

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Esercizio terapeutico alla base della prevenzione della miosite ossificante

Successivamente gli allenamenti sul campo vengono integrati con esercizi in palestra aumentando progressivamente e sotto controllo i carichi.

E’ fondamentale iniziare la riabilitazione subito dopo l’infortunio evitando sempre il dolore in sede di lesione.

Può essere utile sotto controllo medico fare ricorso quando necessario a terapia medica antinfiammatoria per ridurre il possibile contributo di questa nella formazione di osso.

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